Rechercher dans ce blog

lundi 9 décembre 2019

LA SALVEZZA È OGGI PIÙ VICINA



( 1 dom. Avvento A, Matt.24, 37-44)


            Entriamo oggi nel periodo dell’Avvento. « Avvento » significa  « venuta, arrivo ». è il tempo in cui dobbiamo far arrivare in noi Qualcuno, qualche cosa... Ma non è già arrivato ? No! Non è mai arrivato  abbastanza Dio, Gesù, nella nostra vita… non occupa mai abbastanza  spazio… C’è sempre tanto posto nella nostra esistenza per un sacco di cose che non contano, che sono inutili, che ci imbarazzano, che ci appesantiscono, che ci proccupano o alle quali diamo troppa importanza  e che si impediscono di attaccarci a lui e di impegnarci veramente a vivere la nostra vita secondo la sua Parola, il suo insegnamento, il suo spirito...

            Far venire in noi il suo Regno….! È  il nostro dovere  di cristiani e di discepoli di Gesù. Ma ci pensiamo veramente travolti come siamo dalle tante cose da fare e dalle preoccupazioni della vita ?

            E intanto la nostra vita passa, con i suoi desideri e le sue delusioni, le sue scoperte, le sue paure e le sue ironie, i suoi entusiasmi e i suoi fallimenti. Passa e fatichiamo a tenerla ferma in un punto, un punto qualsiasi, attorno a cui far girare tutto il resto.

Ecco perchè ogni tanto abbiamo bisogno di fermarci, almeno qualche minuto, di guardare dove stiamo andando, di trovare un filo a cui appendere, come dei panni, tutte le nostre vicende. E l’Avvento ci offre questa opportunità. Sono quattro settimane che ci preparano al Natale, un'arca di salvezza che ci viene data per ritagliarci uno spazio di consapevolezza. Un mese per preparare una culla per Dio, fosse anche in una stalla.

            Sono poche quattro settimane che ritornano ogni anno, ma che dobbiamo usare e sfruttare ancora e ancora. Perché possiamo celebrare cento natali, senza che mai una volta sola Dio nasca nei nostri cuori.
           
Il brano del Vangelo odierno non è facile da capire e rischia di essere letto in chiave grottesca. Gesù cita gli eventi simbolici di Noè, dice che intorno a lui c'era un sacco di brava gente che venne travolta dal diluvio senza neppure accorgersene. Perciò ci invita a vegliare, a stare desti, proprio come fa Paolo scrivendo ai Romani. E Gesù avverte: uno è preso, l'altro lasciato. Uno incontra Dio, l'altro no.
Uno è riempito, l'altro non si fa trovare. Dio è discreto, modesto, quasi timido, non impone la sua presenza; la sua venuta è come la brezza della sera. A noi è chiesto di spalancare il cuore, di aprire gli occhi, di lasciare emergere il desiderio. Come? Non lo so, amici. Io cerco di farlo ritagliandomi uno spazio quotidiano, una pausa  quotidiana di silenzio  per la riflessione, la meditazione, la preghiera. Alcuni tra voi portranno proporsi una maggiore fedeltà all’Eucarestia domenicale. Altri potranno tagliare nelle spese  natalizie, spesso inutili e superflue,  per dare qualcosa di più a chi è povero e nel bisogno. Altri potranno sforzarsi controllare la loro impulsività, la loro aggressività ed i loro nervi, per cercare di trattare con più affabilità e dolcezza  le persone che vivono accanto a loro; rinforzare l’attitudine dell’ascolto, dell’ttenzione, della gentillezza, della sensibilità,  della bontà.

            Se vissuti bene, aiutano anche i simboli del Natale cristiano: preparare un presepe, addobbare un albero, fare piccoli gesti teneri che però contengono tanto amore. Facciamo qualcosa per vedere se lo Spirito di Gesù è presente in noi, e nato in noi; per non lasciarci travolgere dal diluvio di parole, di cose, di distrazioni, di preoccuazioni  materiali, dei regali, degli inviti e del veglione natalizio chenrisciano di occupare gran parte del nostro spirito ed il notro tempo, facendoci perdere di vista gli atteggiamenti ed i valori che danno veramente senso e pienezza alla nostra vita.

            Noi cristiani dobbiamo capire che prepararsi al Natale e vivere lo spirito del Natale  è sopratutto cercare di far nascere in noi  lo Spirito di Gesù che non è  altro che lo Spirito che anima la vita stessa di Dio: e che questo spirito consiste nel dono di sè  nell’abnegazione, solidarietà, affetto, compassione, sensibilità, dolcezza, premura, attenzione, rispetto, perdono,  tolleranza,  amore verso  tutti... 

L’Avvento è dunque questo tempo propizio che ci è proposto per decorare, non tanto la nostra casa, ma il nostro cuore con  tanto amore. Quindi: viva i regali, viva la festa, purchè prima abbiamo fatto tutto quello che è possiblile perchè anche i piu bisignosi possano sentirla e viverla. Perchè il Natale per chi è povero; per chi è nel bisogno;, per chi ha subito un abbandono, una separazione,  un trauma, un lutto; per chi è solo o ammalato, il Natale  può trasformarsi in una festa triste e insostenibile.

             Svegliamoci dunque dalla nostra pigrizia e dalla notra indolenza (2e lettura); mettiamoci all’opera, perchè la presenza di Gesù in noi, che ricordiamo in ogni Eucarestia domenicale, ci liberi dai nostri egoismi e la sua salvezza diventi più accessibile a coloro che incontriamo sul nostro cammino. È ciò che chiederemo al Signore in questa Eucarestia.


Bruno Mori

Aucun commentaire:

Enregistrer un commentaire