Il brano di vangelo che
abbiamo letto è estratto da un lungo discorso (chiamato il discorso d’addio o
il testamento spirituale di Gesù ) che l’evangelista Giovanni mette sulle labbra
di Gesù. Questo discorso, come d’altronde tutto il vangelo, è stato costruito a
partire da ricordi intorno alla persona di Gesù di Nazaret che circolavano in
seno alle comunita cristiane del primo secolo: ricordi di attitudini, di comportamenti,
di parole, d’insegnamenti, di miracoli del Maestro... Questo bellissimo e
commovente discorso d’addio di Gesù pieno di lirismo, di commozione e di
tenerezza non è dunque mai stato pronunciato da Gesù nella forma in cui è stato
redatto in questo vangelo. Ma riflette senz’altro pensieri e sentimenti autentici
del Maestro.
Nel suo insieme, il vangelo
di Giovanni è infatti una riflessione teologica tardiva; una specie di meditazione
spirituale e mistica, rivolte ai cristiani della fine del primo secolo, per suscitare
interesse, attrazzione, slanci di simpatia e d’affetto verso la persona di Gesù
. Questo vangelo voleva che i cristiani ed non-cristiani di quel tempo
capissero il senso, il valore e la ricchezza dell’insegnamento di questo uomo straordinartio
e pieno di Dio ; l’importanza di lasciarsi soggiogare dalla novità e dalla
pertinenza della sua parola (una autentica buona novella per tutti !).
L’Evangelista situa questo
discorso di Gesù nel contesto di una cena ( la cena pasquale); sullo sfondo dunque
di una specie di liturgia “eucaristica”, allo scopo di fare capire ai cristiani
del suo tempo che anche loro, ogni volta che si riuniscono per celebrare
l’eucarestia (o la Cena
del Signore), sono in comunione con Gesù ; fanno “corpo” con lui; mangiano di
lui, perchè ricevono e ascoltano le sue parole, riflettono sul loro significato
per integrarle poi nella trama nella loro esistenza quotidiana.
Nel brano odierno, il
tema proposto alla riflessione dei discepoli, riguarda la necessità di rimanere
sempre in unione di mente, di cuore, di pensiero e di sentimenti con il
Maestro. Perchè se i cristiani non se lo tengono stretto; se si dimenticano di
lui ; se lo trascurano , se lo abandonano, se non lo sentono presente e attivo
nella loro vita; se non continuano a nutrirsi della sua Parola e a dissetarsi
alla sorgente del suo Spirito, se non cercano di vivere come lui ha vissuto e
ad agire come lui ha agito, la sua opera non avrà seguito; ìl movimento di
rinnovo spirituale e umano che egli ha messo in marcia si fermerà ; la fiamma
del suo Spirito si spegnerà; la forza e l’impatto del suo esempio, del suo
stile di vita e dei valori che lo hanno fatto vivere si perderanno e forse
scomparirammo per sempre... e Gesù sarà morto invano. L’umanità intera se ne
troverà impoverita e l’Universo rallenterà il suo slancio evolutivo verso una
più grande perfezione. Senza il suo spirito; senza il suo insegnamento; senza i
valori che ci ha lasciato; senza il Dio che ci ha rivelato, l’umanità sarebbe
privata del tesoro più prezioso e del dono più grande che essa abbia mai ricevuto.
Questo testo del vangelo ci avverte dunque che senza
la linfa che arriva a noi da questo portento d’umanità, rischiamo d’appassire, di
vivere una vita vuota, sterile, meschina, misera, senza profondità, senza altezza,
senza senso e senza grandezza, povera d’umanità. Saremo come tralci di vite che
si sono avvizziti e inariditi, perchè si sono staccati dal ceppo. Non produrremo
che grappoli d’uva rachitici e striminziti che non daranno mai vino di qualità.
Ecco perchè il vangelo di
oggi esorta i cristiani a rimanere attaccati a Gesù, come i tralci devono rimanere
attaccati alla vigna per ricevere la linfa di cui hanno bisogno per produrre il
buon vino della festa, della gioia , della convivialità, della comunione e
della fraternità.
Questo testo però vuole anche esortare i cristiani
a tener presente una verità che per loro
é fondamentale: cioè che Gesù è stato un uomo che, forse meglio e più di qualsiasi
altro, ha vissuto in un contatto intimo con Dio, ha riflettuto su Dio, ha
capito Dio, ha parlato di Dio. Sicchè, è grazie a quanto Gesù ci ha rivelato su
Dio e di Dio , che oggi, noi cristiani, sappiamo che Dio è completamte diverso
da come le religioni antiche e la notra religione ce lo hanno descritto.è
grazie a Gesù che oggi sappiamo che Dio è una Misteriosa Energia fatta di
Amore, soltanto d’Amore e nient’altro che d’Amore. Un Amore Originario e abissale
che ha messo nell’esistenza il cosmo intero, che permea, crea e fa evolvere tutto
il creato, di cui noi siamo un elemento particolarmete importate e perfezionato
.
Nel vangelo di Giovanni Gesù
è presentato come colui ci ha rivelato che questa misteriosa Energia Amorosa
Originaria che noi chiamiamo “Dio”, è presente in modo particolarmene intenso e
attivo in ogni essere umano. Di modo che il cuore e il nucleo centrale di tutta
la predicazione di Gesù è l’affermazione e la rivelazione che ogni essere umano
è il luogo privegiato della presnza del Dio-Amore o dell’Amore di Dio sulla
terra; che l’essere umano è una espressione e una manifestazione particolarmente
riuscita e compiuta della presenza di Dio e del suo Amore nel nostro mondo. É perchè
Gesù era convinto di questa particolare presenza del Dio-Amore nel cuore
dell’uomo, che evangelista Giovanni, riflettendo il pensiero di Gesù,
rivolgendosi ai cristiani del suo tempo poteva scrivere : “ Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che
Dio ha in noi. Dio è amore. Chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in
lui. Amiamoci gli uni gli altri, perchè l’amore viene da Dio e chiunque ama è
stato generato da Dio e conosce Dio e
vive in Dio (1Gv. 4-18).
Il testo del vangelo di
oggi ribadisce questa convinzione di Gesù , dicendoci che soltanto rimanendo in
comunione con lo spirito di Gesù , potremo attivare in noi l’amore che Dio ha
infuso nei nostri cuori. Grazie all’amore ricevuto da Dio e che ora, come discepoli
di Gesù, orienta le nostre scelte e le nostre azioni, saremo in grado di
portare il nostro contributo alla costruzione di un mondo migliore, di quel “Regno
di Dio”costruito sui principi dell’amore, del servizio e della fraternità , che
è sempre stato il sogno più caro di Gesù di Nazaret.
Gesù sarà sempre ricordato,
ammirato e amato per essere stato un capolavoro d’umanità e un campione
dell’amore. Egli è stato per tutti un esemplare quasi perfetto di bontà, di
disponibilità, d’ascolto, d’empatia, d’accoglienza, di pazienza, di
miseriicordia, di perdono. Egli ha guarito, confortato, incoraggiato, difeso;
ha infuso speranza, slancio e fede nella vita. Ha ridato fiducia e voglia di
vivere a chi era disperato, depresso, deluso, sconfortato, ammalato o perseguitato,
escluso, incolpato, condannato... Egli costituirà sempre per ognuno di noi una
sorgente d’ispirazione e uno specchio nel quale dovremo continuamente mirarci per
vedere e sapere se la nostra personalità si configura e si presenta con i tratti
di un essere autenticamente umano.
Solo vivendo con amore e
nell’amore possiamo dire, non solo d’essere uniti a
Gesù, ma anche d’essere uniti a Dio, al cui Amore diamo corpo e
consistenza in questo mondo. Attraverso di noi e nel nostro amore, Dio continua
l’opera della sua creazione, facendola evolvere verso una perfezione sempre maggiore.
Nell’amore diventiamo così
collaboratori di Dio. Grazie a Gesù, noi umani adesso sappiamo d’essere gli
strumenti coscienti dell’attività amorosa e creatrice di Dio nell’Universo.
Mori Bruno
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