Rechercher dans ce blog

samedi 19 mai 2018

RIMANERE SEMPRE NELL’AMORE



 Quinta domenica di pasqua B - 2018 – Gv.15,1-8

            Il brano di vangelo che abbiamo letto è estratto da un lungo discorso (chiamato il discorso d’addio o il testamento spirituale di Gesù ) che l’evangelista Giovanni mette sulle labbra di Gesù. Questo discorso, come d’altronde tutto il vangelo, è stato costruito a partire da ricordi intorno alla persona di Gesù di Nazaret che circolavano in seno alle comunita cristiane del primo secolo: ricordi di attitudini, di comportamenti, di parole, d’insegnamenti, di miracoli del Maestro... Questo bellissimo e commovente discorso d’addio di Gesù pieno di lirismo, di commozione e di tenerezza non è dunque mai stato pronunciato da Gesù nella forma in cui è stato redatto in questo vangelo. Ma riflette senz’altro pensieri e sentimenti autentici del Maestro.

            Nel suo insieme, il vangelo di Giovanni è infatti una riflessione teologica tardiva; una specie di meditazione spirituale e mistica, rivolte ai cristiani della fine del primo secolo, per suscitare interesse, attrazzione, slanci di simpatia e d’affetto verso la persona di Gesù . Questo vangelo voleva che i cristiani ed non-cristiani di quel tempo capissero il senso, il valore e la ricchezza dell’insegnamento di questo uomo straordinartio e pieno di Dio ; l’importanza di lasciarsi soggiogare dalla novità e dalla pertinenza della sua parola (una autentica buona novella per tutti !).

            L’Evangelista situa questo discorso di Gesù nel contesto di una cena ( la cena pasquale); sullo sfondo dunque di una specie di liturgia “eucaristica”, allo scopo di fare capire ai cristiani del suo tempo che anche loro, ogni volta che si riuniscono per celebrare l’eucarestia (o la Cena del Signore), sono in comunione con Gesù ; fanno “corpo” con lui; mangiano di lui, perchè ricevono e ascoltano le sue parole, riflettono sul loro significato per integrarle poi nella trama nella loro esistenza quotidiana.

            Nel brano odierno, il tema proposto alla riflessione dei discepoli, riguarda la necessità di rimanere sempre in unione di mente, di cuore, di pensiero e di sentimenti con il Maestro. Perchè se i cristiani non se lo tengono stretto; se si dimenticano di lui ; se lo trascurano , se lo abandonano, se non lo sentono presente e attivo nella loro vita; se non continuano a nutrirsi della sua Parola e a dissetarsi alla sorgente del suo Spirito, se non cercano di vivere come lui ha vissuto e ad agire come lui ha agito, la sua opera non avrà seguito; ìl movimento di rinnovo spirituale e umano che egli ha messo in marcia si fermerà ; la fiamma del suo Spirito si spegnerà; la forza e l’impatto del suo esempio, del suo stile di vita e dei valori che lo hanno fatto vivere si perderanno e forse scomparirammo per sempre... e Gesù sarà morto invano. L’umanità intera se ne troverà impoverita e l’Universo rallenterà il suo slancio evolutivo verso una più grande perfezione. Senza il suo spirito; senza il suo insegnamento; senza i valori che ci ha lasciato; senza il Dio che ci ha rivelato, l’umanità sarebbe privata del tesoro più prezioso e del dono più grande che essa abbia mai ricevuto.

Questo testo del vangelo ci avverte dunque che senza la linfa che arriva a noi da questo portento d’umanità, rischiamo d’appassire, di vivere una vita vuota, sterile, meschina, misera, senza profondità, senza altezza, senza senso e senza grandezza, povera d’umanità. Saremo come tralci di vite che si sono avvizziti e inariditi, perchè si sono staccati dal ceppo. Non produrremo che grappoli d’uva rachitici e striminziti che non daranno mai vino di qualità.
           
            Ecco perchè il vangelo di oggi esorta i cristiani a rimanere attaccati a Gesù, come i tralci devono rimanere attaccati alla vigna per ricevere la linfa di cui hanno bisogno per produrre il buon vino della festa, della gioia , della convivialità, della comunione e della fraternità.

Questo testo però vuole anche esortare i cristiani a  tener presente una verità che per loro é fondamentale: cioè che Gesù è stato un uomo che, forse meglio e più di qualsiasi altro, ha vissuto in un contatto intimo con Dio, ha riflettuto su Dio, ha capito Dio, ha parlato di Dio. Sicchè, è grazie a quanto Gesù ci ha rivelato su Dio e di Dio , che oggi, noi cristiani, sappiamo che Dio è completamte diverso da come le religioni antiche e la notra religione ce lo hanno descritto.è grazie a Gesù che oggi sappiamo che Dio è una Misteriosa Energia fatta di Amore, soltanto d’Amore e nient’altro che d’Amore. Un Amore Originario e abissale che ha messo nell’esistenza il cosmo intero, che permea, crea e fa evolvere tutto il creato, di cui noi siamo un elemento particolarmete importate e perfezionato .
            Nel vangelo di Giovanni Gesù è presentato come colui ci ha rivelato che questa misteriosa Energia Amorosa Originaria che noi chiamiamo “Dio”, è presente in modo particolarmene intenso e attivo in ogni essere umano. Di modo che il cuore e il nucleo centrale di tutta la predicazione di Gesù è l’affermazione e la rivelazione che ogni essere umano è il luogo privegiato della presnza del Dio-Amore o dell’Amore di Dio sulla terra; che l’essere umano è una espressione e una manifestazione particolarmente riuscita e compiuta della presenza di Dio e del suo Amore nel nostro mondo. É perchè Gesù era convinto di questa particolare presenza del Dio-Amore nel cuore dell’uomo, che evangelista Giovanni, riflettendo il pensiero di Gesù, rivolgendosi ai cristiani del suo tempo poteva scrivere : “ Noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore. Chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. Amiamoci gli uni gli altri, perchè l’amore viene da Dio e chiunque ama è stato generato da Dio  e conosce Dio e vive in Dio (1Gv. 4-18).

            Il testo del vangelo di oggi ribadisce questa convinzione di Gesù , dicendoci che soltanto rimanendo in comunione con lo spirito di Gesù , potremo attivare in noi l’amore che Dio ha infuso nei nostri cuori. Grazie all’amore ricevuto da Dio e che ora, come discepoli di Gesù, orienta le nostre scelte e le nostre azioni, saremo in grado di portare il nostro contributo alla costruzione di un mondo migliore, di quel “Regno di Dio”costruito sui principi dell’amore, del servizio e della fraternità , che è sempre stato il sogno più caro di Gesù di Nazaret.

            Gesù sarà sempre ricordato, ammirato e amato per essere stato un capolavoro d’umanità e un campione dell’amore. Egli è stato per tutti un esemplare quasi perfetto di bontà, di disponibilità, d’ascolto, d’empatia, d’accoglienza, di pazienza, di miseriicordia, di perdono. Egli ha guarito, confortato, incoraggiato, difeso; ha infuso speranza, slancio e fede nella vita. Ha ridato fiducia e voglia di vivere a chi era disperato, depresso, deluso, sconfortato, ammalato o perseguitato, escluso, incolpato, condannato... Egli costituirà sempre per ognuno di noi una sorgente d’ispirazione e uno specchio nel quale dovremo continuamente mirarci per vedere e sapere se la nostra personalità si configura e si presenta con i tratti di un essere autenticamente umano.

            Solo vivendo con amore e nell’amore possiamo dire, non solo d’essere uniti a
Gesù, ma anche d’essere uniti a Dio, al cui Amore diamo corpo e consistenza in questo mondo. Attraverso di noi e nel nostro amore, Dio continua l’opera della sua creazione, facendola evolvere verso una perfezione sempre maggiore.
           
            Nell’amore diventiamo così collaboratori di Dio. Grazie a Gesù, noi umani adesso sappiamo d’essere gli strumenti coscienti dell’attività amorosa e creatrice di Dio nell’Universo.

Mori Bruno

Aucun commentaire:

Enregistrer un commentaire