(Luca 19, 1-10)
Zaccheo,
presidente dell’Ufficio tasse e imposte di Gerico, collaborazionista dei
romani, era riuscito ad ottenere l'appalto delle tasse per conto invasore
romano. Era un uomo ricco, influente, temuto e odiato dai suoi dipendenti e dai
cittadini che lo consideravo un farabutto, ma avevano interesse a trattarlo con
i guanti bianchi.
Ma se Zaccheo si sentiva rispettato e temuto, non
si sentiva certo amato. Aveva notato che la gente lo evitava o si nascondeva al
suo passaggio. Zaccheo si sentiva terribilemente solo. Si era reso conto da un
bel pò che i soldi non fanno e non danno la felicità. Anzi aveva notato che la
sua fortuna non aveva fatto altro che procurargli suo isolamento, insoddisfazione
e abbatimento. Zaccheo era pieno di soldi, ma vuoto d’amore.
Allora, che
cos’è, che cosa vale la vita, che te ne fai dei tuoi soldi, se ti mancano
proprio le cose più importanti che danno senso e pienezza alla tua vita? A che
cosa servono le tue sostanze, se poi ti manca il bene più prezioso ? Se non sei
e non ti senti amato? Zaccheo era ricco di soldi, ma povero d’amore. Zaccheo
più d’ogni altra cosa desiderava adesso avere intorno a sè delle persone che
gli volessero bene ; delle persone che lo accettassero per quello che era e non
per i suoi soldi o per la carica che esercitava. Zaccheo era ormai giunto ad
una fase della sua vita in cui aveva finalmente acquisito quella a saggezza e
quella maturità che gli avevano fatto capire quali sono i veri valori e le cose
che veramente contano in una vita. Senza che egli se ne accorgesse, il suo
cuore era stato lavorato dalla grazia di Dio ed era adesso pronto a imprimere
una nuova svolta alla sua esistenza.
Zaccheo aveva sentito parlare di Gesù, di questo
vagabondo che non possedeva niente, che non incuteva soggezzione a nessuno e
che tutti rincorrevano, cercavano, ammiravano ed amavano. Ma che cosa aveva
quest’uomo per attitare tanto la gentee? Zaccheo era curioso di conoscerlo, di
incontrarlo, di sapere chi fosse Gesù . Ed ecco che un giorno Gesù attraversa
la città di Gerico dove Zaccheo abitava. Una occasione inaspettata per Zaccheo!
Finalmente è la volta buona - pensa Zaccheo- questa volta non mi deve sfuggire.
Devo riuscire a vederlo ad ogni costo.
E guardate
che cosa fa quest’uomo, spinto dal suo desiderio di vedere il Signore!
Dimentica tutta la sua dignità e la sua rispettabilità e si arrampica sopra un
albero come un monello di strada. Non gliene importa più niente ella sua
rispettabilità o di quello che la gente può pensare di lui. Per lui adesso
quello che conta è vedere, incontrare il Signore!
Zaccheo cercava di sapere chi fosse Gesù;
ma Gesù sapeva già da tempo chi fosse Zaccheo. Gesù sapeva che Zaccheo, in
questa fase della sua vita, era pronto per una conversione profonda; era pronto
per imprimere alla sua vita una direzione totalmente diversa da quella avuta
finora. Il Signore sapeva che su quell’albero, Zaccheo era come un frutto
maturato dalla grazia e pronto per essere colto dalla bontà e dalla tenerezza
di Dio. E poichè Zaccheo desiderava intensamente vedere ed incontrare il
Signore, il Signore si manifesterà a lui come se egli fosse un amico di vecchia
data, un amico conosciuto da sempre; entra nella casa di Zaccheo e trasforma radicalmente
la sua vita .
L’evangelista
Luca racconta che passando sotto l’albero sul quale Zaccheo si era appollaiato,
Gesù alza gli occhi e lo chiama per nome e gli dice : ”Zaccheo scendi presto,
perchè ho fretta, muoio dalla voglia di starmene con te, di godermi la tua
compagnia. Oggi è necessario che io mi fermi a casa tua!”
Ed é cosi che lui, e soltanto lui, il
ladro, lo strozzino, il pubblico peccatore messo al bando, riceve la visita del
Signore! Colui che tutti detestavano e fuggivano, si vede tutto ad un tratto
cercato, voluto e amato. Ed entrando nella casa di Zaccheo, il Signore entra
per sempre nella sua vita. E da quel momento Zaccheo non vorrà più separarsi da
colui che ha saputo credere in lui, nella sua bontà nascosta, che ha saputo
vedere le aspirazioni segrete del suo cuore e dimostrargli tanta premura e
tanto affetto.
Con il suo
comportamento Gesù dimostra a Zaccheo che Dio ascolta sempre il grido del cuore
di colui che, insoddisfatto di sè, cerca di rifarsi una vita migliore. Questo
episodio vuole fare capire che Dio non giudica e non rigetta mai nessuno; e che
anche nell’abisso più profondo della colpa, della degradazzione e del male, si
può sempre sperare che una mano buona e sollecita venga a soccorrerci. Questo racconto
ci fa capire che l’amore di Dio ci è sempre assicurato, anche quando noi
pensiamo di non merirarlo più; e che a tutti è sempre data una seconda
possibilità (chance) di un nuovo inizio nella vita. Questo commovente episodio
del vangelo vuole forse insegnarci che quando il Signore riesce ad entrare a
casa nostra, tutta la nostra esistenza ne è sconvolta e trasformata, Quando si
ha la fortuna o la grazia d’incontrare il Signore, non si può più vivere come
prima ; tutti i nostri vecchi schemi, i nostri vecchi valori e le nostre
vecchie priorità sono messi a soqquadro.
Ne è di noi come
di Zaccheo? Zaccheo è l’immagine emblematica di ognuno di noi. Nessuno di noi
può sfuggire all’attenzione premurosa e delicata di Dio. E beati noi se
riusciamo a scendere dall’albero della nostra arroganza, del nostro orgoglio e
della nostra autosufficienza per permettre a Dio di riempire il vuoto del
nostro cuore e della nostra vita con la ricchezza della sua presenza. Allora
esperimenteremo anche noi, come Zaccheo, la trasformazione che egli è capace di
operare nella nostra esistenza. Forse anche noi, come Zaccheo, saremo capaci di
sbarazzarci di molte cose inutili per dare più spazio a Dio.
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